Nietzsche e la concezione del piacere in: Così Parlò Zarathustra


"Così parlò Zarathustra" è una delle opere finali di Nietzsche in cui si può osservare il raggiungimento di un pensiero ben definito del filosofo, il quale è stato soggetto a diverse trasformazioni. I temi che l'opera affronta sono molteplici ed ognuno di essi richiede un'analisi: non a caso, l'opera è considerata uno spartiacque nella cultura occidentale a partire dalla fine dell'Ottocento. Se si volesse rintracciare nell'opera un concetto chiave che sia collegamento di diversi temi, si potrebbe pensare al concetto di "piacere" .


ARTE E BELLEZZA

L'oltreuomo nietzschiano è in grado di trarre piacere dall'arte o dalla bellezza?      

Per rispondere a questa domanda bisogna prima porsene un'altra: lui chi è davvero?

L'oltreuomo nietzschiano non è un supereroe, non è dotato di poteri , ma è semplicemente un uomo che è andato oltre l'uomo, o meglio , si pone al di là del semplice uomo e quindi pensa in maniera diversa. Ciò non significa che il suo modo di pensare sia giusto oppure sbagliato poiché egli va oltre il bene e il male. In effetti se si dovesse chiedere di dare una spiegazione razionale del bene e del male a un gruppo di persone queste risponderebbero in maniera diversa, proprio perché si tratta di concetti soggettivi: ognuno agisce seguendo ciò che gli sembra più giusto, potremmo dire che " segue il suo cuore".

Ciò che viene fatto per amore accade sempre al di là del bene e del male

Claudio Lamparelli - F.Nietzsche  - L'amore egoista

Quindi l'oltreuomo nietzschiano può trarre piacere nel fare ciò che desidera, plasma il mondo secondo il suo volere e piacere. Dal punto di vista ingegneristico questo sembra avvicinarsi alla figura dell'ingegnere, il quale attraverso il suo ingegno dà sfogo alla propria creatività, con una differenza sostanziale: l'ingegnere non può creare tutto ciò che vuole, dal momento che deve rispettare alcune leggi fisiche, deve seguire dei protocolli, deve adeguarsi a degli standard, cioè è condizionato per così dire da" forze esterne ". L'oltreuomo, al contrario, è avulso da ogni tipo di condizionamento, che sia etico o morale non importa.

"Io vi insegno l'oltreuomo. L'uomo è qualcosa che deve essere superato. Che avete fatto per superarlo? Tutti gli esseri hanno creato qualcosa al di sopra di sé e voi volete essere il riflusso in questa grande marea e retrocedere alla bestia piuttosto che superare l'uomo? Che cos'è per l'uomo la scimmia? Un ghigno o una vergogna dolorosa. E questo appunto ha da essere l'uomo per l' oltreuomo: un ghigno o una dolorosa vergogna."

F. Nietzsche - Così parlò Zarathustra


CONOSCENZA ED ETERNITÀ 

Uno dei temi centrali dell'opera è l'accettazione di quello che Nietzsche chiama "eterno ritorno dell'uguale". Nell'opera il filosofo si serve di strane figure per richiamare temi molto importanti , tra queste c'è quella del nano che sbeffeggia il profeta Zarathustra, il quale prima di annunciare il superuomo non accettava l'infinito ciclo del tempo.

"Tutti i progetti dell'uomo devono alla fine cadere, una salita senza fine non è possibile, poiché lo impedisce il tempo senza fine. In esso si esaurisce ogni forza; esso diventa padrone delle volontà più ostinate, spezza le reni anche alle più possenti speranze. Lo spirito della gravità riporta indietro ogni slancio e lo piega nella caduta...È chiaro che di fronte al tempo infinito ogni tempo diventa assurdo, ogni rischio senza motivo, ogni grandezza si rimpicciolisce. Lo spirito della gravità, qui inteso come coscienza dell'infinità del tempo, impedisce il vero protendersi dell'esistenza nell'apertura cosmica del mondo."

F. Nietzsche - Così parlo Zarathustra

Ma cos'è "l'eterno ritorno dell'uguale"?

"Ogni giorno mi stupisco: io non mi conosco!"

Nietzsche - Breviario

Durante i primi anni di vita ogni giorno è una scoperta, ogni cosa è nuova e misteriosa, ma purtroppo con il passare degli anni questa scoperta inizia a venir meno e la vita finisce per sembrare un eterno ritorno, non accade mai nulla di nuovo, non si fa mai nulla di alternativo.

"Maturità dell'uomo significa avere ritrovato la serietà che si metteva nel gioco da bambini."

Nietzsche  

L'uomo finisce per rimanere rinchiuso in un mondo "virtuale " che non viene mai aggiornato dal suo sviluppatore. Dal punto di vista ingegneristico si può pensare alla "morte" dei software che purtroppo non sono eterni, prima o poi diventano obsoleti e mai più aggiornati. Il tempo, in un modo o nell'altro, consuma ogni cosa: pensiamo agli edifici e alle costruzioni che, per quanto forti e stabili possano essere, con il tempo vanno a deteriorarsi.


Il mondo che ci circonda è in qualche modo segnato dal passaggio del tempo (Le città diventano sempre più avanzate e moderne) mentre non si può dire lo stesso dell'uomo che vive la sua vita vedendola sempre uguale.

Ora, il superuomo come si comporterebbe in questa situazione?

Poiché la pensa in modo diverso, oltre il semplice uomo, accetta il ritorno del sempre uguale ed inoltre sembra trarre piacere da questo. Solo dopo aver accettato l'eterno ritorno l'uomo si avvicina di più alla forma evoluta, quella del superuomo. Per Nietzsche la conoscenza proprio come la storia è anch'essa un eterno ritorno: conoscere equivale ad un incessante cercare, e quando si crede di aver trovato si deve di nuovo riprendere la ricerca, poiché ci si rende conto di non aver trovato alcuna verità ultima. Cade con lui ogni sistematizzazione o ordine universale del mondo, che viene ad essere dominato esclusivamente dalla necessità di un eterno ritorno, identico a se stesso, che viene accettato con amor fati, che non è rassegnazione ma consapevolezza e accettazione del reale. 



VOLONTÀ DI POTENZA 

"Questo mondo è la volontà di potenza − e nient'altro. E anche voi siete questa volontà di potenza − e nient'altro."

Nietzsche - Così parlò Zarathustra 


La volontà di potenza è intesa come forza espansiva e auto-superantesi che domina la vita.

Ma tutto questo cosa ha a che fare con il piacere ?

Il piacere è subordinato alla volontà di potenza. La potenza nell'opera del filosofo viene incarnata dal cammello che si è fatto leone, ovvero il nichilismo passivo (rassegnazione, paura di fallire, sufficienza) che si è fatto attivo (l'uomo proprio come il leone cerca di sbranare la vita). L'uomo cerca di trasformare il suo mondo in modo da potersi sentire a suo agio vivendo, cerca di vivere nel migliore dei modi e non al contrario come il cammello. Dal punto di vista ingegneristico si può vedere come la volontà di migliorare le proprie condizioni di vita attraverso lo sfruttamento della tecnica che come la volontà di potenza è dominata da una forza auto-superantesi. Non a caso la tecnica migliora con il passare del tempo.


Cellulare anni 2006
Cellulare anni 2006

EDONISMO 

Nietzsche si propone come il filoso del miglioramento dell'edonismo: non più la ricerca del piacere per sè e fine a sè stessa, ma il continuo "Sì alla vita" del superuomo che vive in un mondo dominato dal caos e proprio per questo non si può permettere solo la brama del piacere.

Nietzsche crede che l'uomo necessiti indissolubilmente di grandi dolori per potersi elevare, in modo speculare, a grandi picchi di felicità attiva, realizzando a pieno la propria natura umana. Questo viene rappresentato attraverso il passaggio dal nichilismo passivo a quello attivo. Simbolicamente il passaggio è rappresentato dal cammello che si fa leone il quale infine diventa bambino, che per Nietzsche è colui che meglio incarna la figura del superuomo. Nel primo discorso Zarathustra descrive la genesi dell'oltre uomo in tre fasi. Il CAMMELLO, rappresenta l'uomo, che porta i pesi della tradizione, si piega di fronte a dio e alla morale all'insegna del tu devi. Il cristianesimo ha inibito gli impulsi primari dell'esistenza e ha corrotto le sorgenti naturali della gioia mediante la nozione di peccato. La successiva forma metafisica, il LEONE, rappresenta l'uomo che si libera dai fardelli metafisici ed etici, all'insegna dell' "io voglio". È ancora una "libertà da" e non "libertà di". L'ultima fase, il FANCIULLO, rappresenta l'oltre uomo, cioè quella creatura non risentita, di stampo dionisiaco, che nella sua innocenza ludica sa dire sì alla vita, inventare sé stessa al di là del bene e del male e diviene spirito libero. 

Il superuomo è colui che sa accettare la dimensione tragica e dionisiaca dell'esistenza, di dire sì alla vita, di reggere la "morte di Dio "e la fine delle illusioni metafisiche, di emanciparsi dalla morale e dal cristianesimo, di porsi come volontà di potenza e di procedere oltre il Nichilismo. La molla fondamentale della vita non sono tanto gli impulsi auto conservativi (Schopenhauer), né la ricerca di piacere (edonismo), ma la spinta di autoaffermazione.

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